sabato 20 novembre 2010

20 novembre 2010 - Giornata Internazionale per i Diritti dell'Infanzia


Oggi, in occasione della Giornata Internazionale dell'Infanzia, voglio condividere questa foto e questo piccolo ricordo che viene proprio da quella giornata dell'agosto del 2008. Mi trovavo in Kenya per un viaggio di piacere, passai circa 15 giorni nella città di Nairobi, dove ho potuto visitare a piedi molte zone e soprattutto conoscere diversi progetti sul territorio .. ero assetato di conoscere la "vera" realtà locale, oltre le immagini che ci manda la tv dall'altra parte del globo. Mi misi in contatto tra gli altri con la Shalom House, un progetto nato su impulso del missionario comboniano Renato Kizito Sesana, hanno diversi progetti per i ragazzi dei quartieri disagiati della città. Il disagio dei bambini nelle metropoli di strada è spesso grande: bambini di strada vivono senza una famiglia, abbandonati a se stessi, dormono sotto gli alberi e sono marginalizzati dalle comunità locali (fatte spesso di persone con altre e diverse difficoltà), spesso sono maltrattati dalle autorità e scacciati dai ricchi, ai quali da fastidio incontrarli nelle zone "perbene" delle città. Per strada ti chiedono qualche soldo o qualcosa da mangiare: all'inizio ero davvero confuso, anche perchè in realtà a volte alcuni contesti oltre che difficili possono trasformarsi anche in violenti e pericolosi .. quando non si ha nulla da perdere, nulla ha più valore.Poi qualcuno mi ha spiegato che non dovevo avere paura quando da solo li incontravo per strada, mi sono documentato, ho compreso un po la loro storia, il loro contesto, insomma quello che vi sto scrivendo molto brevemente qui.Alcune persone, che reputo eccezionali, coraggiose (e in parte incoscienti) riuscirono con il loro esempio a farmi capire il problema umano: capii che non dovevo avere paura, quando li incontravo potevo dare loro qualcosa da mangiare, o comprarlo per loro ... ora non erano più quelle figure scure e spente che facevano paura, ma dei fratelli con i quali dividere un piccolo pezzo di cammino. Molti di loro non hanno mai conosciuto i genitori, hanno ricordi confusi riguardo il loro passato, sono stati abbandonati o sono orfani fin da piccoli, è una condizione davvero difficile. Gli altri bambini, quelli più fortunati, vivono con la famiglia .. ma non è difficile che siano comunque poco seguiti: a volte famiglie numerose o difficoltà impongono loro di prendersi responsabilità fin da piccoli.Conobbi dei ragazzi di Matera dell'Africa Peace Point, che si muovevano con Shalom House: seguivano dei progetti di animazione, visitai le loro attività, tutte davvero molto rilevanti, umane. Un giorno andai con loro a visitare questo progetto di animazione sociale a Riruta, un quartiere disagiato della città: c'era una bimba di 5/6 anni che portava la sorellina di pochi mesi di vita in una fascia a spalla .. la madre era al lavoro; un altro, sempre molto piccolo, mi racconto che a casa sua lui cucinava per tutta la famiglia, perchè i genitori non c'erano quasi mai ... che a lui piaceva e sognava un giorno di fare lo chef ... gli dissi che condividevo la stessa passione per la cucina e capì che eravamo due esseri umani con un interesse comune.Alla fine parlando con questi bimbi, vedendo questo progetto, parlando con i responsabili ... ho riflettuto molto sulla condizione dei bambini: nel mio paese, l'Italia, i bambini sono malati di benessere economico ... abbiamo una spesa procapite infinitamente superiore a quella dei bambini di questo quartiere di Nairobi. Quelli in parte erano malati di mancanze, piccole grandi difficoltà che avevano limitato la loro possibilità di essere bambini.

Eppure .. loro erano lì, in centinaia a giocare nel prato, a divertirsi con poco, la musica rudimentale dei ragazzi più grandi e le loro acrobazie .. quel giorno mi convinsi che non erano affatto sfortunati, che avevano una grande dignità: loro nelle difficoltà a sorridere alla vita, al gioco, a combattere per vivere la loro infanzia .. i nostri soffocati spesso dalla stoltezza, che spesso li rinchiude in quattro mura, davanti una televisione o un videogioco a non vivere.

Credo sia come uno specchio, in cui gli uni hanno ciò che manca agli altri: definitivamente posso rassicurarvi su una cosa, a quei bambini non mancava il sorriso! :-)

Spero di poter fare qualcosa in più e di più concreto per il futuro, spero che queste date che dovrebbero servire a riflettere non diventino solo uno spettacolo per i sensi di colpa o per dei semplici proclami, spero che finalmente la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia possa diventare viva (e non solo inchiostro su carta), spero che ognuno possa ritrovare quella voce dell'innocenza in fondo al proprio cuore e ascoltarla per agire: il cambiamento siamo noi quando decidiamo di cambiare.